sabato 28 agosto 2010

La Bozza Incorreggibile del PD Pisano - 3

Eccoci alla 3za puntata della nostra traduzione per il Popolo della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. In questa sezione si parla di Sviluppo e Crescita, chiaramente inevitabili dopo la prossima Vittoria del Partito e l'espulsione del nemico B. Al solito: in corsivo il testo prodotto dai Dirigenti, in grassetto la nostra traduzione per il Popolo. Buona lettura.

Le prospettive dello sviluppo

Ahi ahi ahi, ci siamo. E qui cosa si inventa?

È sicuramente centrale il tema della prospettiva economica.
L’attacco è sempre duro, come faremo a glissare sul fatto che Pisa è una città di vagabondi dove non lavora nessuno?

Pisa ha vissuto fin dagli anni settanta un precoce processo di deindustrializzazione, i cui effetti sono stati compensati grazie a scelte lungimiranti che hanno promosso lo sviluppo del settore terziario.

Si sa a Pisa, orti del CEP a parte, campi non ce n’è, e poi lavora la terra è faticoso. Delle industrie non ne parliamo anche trovando un imprenditore, chi ce li mette gli operai? Per fortuna il parastato è imperante e, alla meglio o alla peggio, i pisani la sbazzano, il giorno cazzeggiando su internet, e la sera con gli aperitivi alle Vettovaglie.

L’odierna “città dei grandi servizi” è stata colpita dalla crisi economica e finanziaria oggi in atto in modo probabilmente meno severo di altre aree proprio per la peculiare struttura del suo apparato produttivo, eredità di quella trasformazione.
E infatti anche se c’è la crisi, poco cambia per i mangiapane a ufo, perché tanto il 27 tutti i mesi arriva.

Nonostante l’impiego pubblico non sia più necessariamente impiego garantito (vista la mole di precari nella scuola, nella ricerca, nella sanità, negli enti locali) il suo peso nel tessuto economico ha mitigato l’erosione occupazionale che altri hanno conosciuto in modo anche molto intenso.
Oddio, a dirla tutta ci sarebbero anche i precari. Va beh, precari, in realtà ce ne sono di due tipi: quelli che lo prendono e lo prenderanno in saccoccia e quelli per cui prima o poi una bella sanatoria, ope-legis arriva. Se no si piazzeranno tra Pisamo, Geofor, AGES, CPT, Valdarno. Oh, ci si scorda nulla?

Questo non vuol dire, però, che il futuro economico di questo territorio sia al sicuro.
Comunque è fondamentale assicurarsi il periodo delle vacche grasse duri più a lungo possibile. Se si rimane in sella noialtri ci si dovrebbe fare, anche se la presa sul parastato non è più quella di una volta.

L’apparato dei grandi servizi è esposto innanzi tutto alle difficoltà indotte dai problemi della finanza pubblica. Basti pensare ad esempio ai rischi che, a causa della contrazione delle risorse data dal quadro internazionale e dalle scelte del governo, insidiano il sistema della formazione o quello sanitario.
Ora la DC ha governato cinquant’anni e ha scavato un debito pubblico da record, Tremonti e Berlusconi a Roma sperperano e ora vengono fuori che le buche si devono tappare noi? Sarebbe come mettere la faina a guardia del pollaio. Ora via, oramai il debito c’è, la crisi c’è, ma cosa pensano di risolvere a levare due maestre di sostegno o a farci levare il sangue con l’ago spuntato? Boia, non fosse che se non ci fosse Berlusconi nessuno ci voterebbe più, sarebbe quasi da chiedere di non votarlo per i danni al Paese che fa.

mercoledì 25 agosto 2010

La Bozza Incorreggibile del PD Pisano - 2

Eccoci alla 2da puntata della nostra traduzione per il Popolo della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. In questa sezione si parla di Autorevolezza e Leadeship, due qualità che ogni Dirigente deve necessariamente possedere. Non manca un efficace commento alle relazioni con la cosiddetta Società Civile, ovvero il Popolo Lavoratore. Al solito: in corsivo il testo prodotto dai Dirigenti, in grassetto la nostra traduzione per il Popolo. Buona lettura.

Il ruolo del PD pisano: rappresentanza, leadership
(Come si fa a rimanere a galla senza essere picchiati dai cittadini)


Le scelte fatte negli ultimi anni ci consegnano una città che ha saputo anticipare le tendenze, dotandosi di un coerente apparato progettuale.

Pisa come centro di un’area di duecentomila abitanti, che si dota di un unico piano strategico con l’obiettivo di un efficace coordinamento delle politiche dei Comuni che ne fanno parte. L’area pisana come nodo centrale nell’area vasta della Toscana occidentale, pilastro a sua volta nell’architettura della metropoli toscana di tre milioni e mezzo di abitanti.

Al mutato paradigma delle relazioni territoriali si è affiancato il disegno di una città in trasformazione, in grado di inserirsi nel nuovo contesto come vitale motore di innovazione: una “città dei servizi” attrezzata per giocare il suo ruolo con un’intelligente distribuzione delle funzioni, liberare risorse e garantire qualità allo sviluppo.
Pisa sarebbe anche bella e importante nel contesto Toscano, ma così com'è non conta nulla. Chiaro, noi non s'ha colpe di niente, ci mancherebbe. Si potrebbe fondere Pisa con Cascina, Pontedera, San Giuliano e Vecchiano, ma poi riempiamo il consiglio comunale di geometri e si costruisce anche in golena; inoltre c'è il problema di Fiumi e Fossi: dobbiamo tenerne parecchi per parcheggiare un po' di gente. Questa cosa della metropoli non s’è capita, però si mette perché alza un po’ il tono. Quindi si potrebbe fare la città dei servizi, ma a cosa serve? Ecco cosa si fa: aumentiamo le multe per liberare risorse.

Resta ora il non banale compito di guidare il processo di attuazione di questo disegno, vigilando sulla tenuta dei suoi assunti fondamentali e intervenendo laddove questi mostrino segnali di cedimento. Per assolvere questa missione il Partito Democratico deve partire da una riflessione sulle dimensioni fondamentali del suo ruolo politico, quella della rappresentanza e quella della leadership.
Chi si piglia la responsabilità di gestire questo casino, reprimere ferocemente il dissenso, e scrivere tutti i giorni al Tirreno? Questa missione è impegnativa, ci sta che non ci sia più tempo prendere l'aperitivo tutte le sere e partecipare alle riunioni di corrente. Però la cena in rettorato a San Ranieri dovrebbe essere assicurata, si mangia discretamente (anche se sul vino si può migliorare). E poi c'è il telefonino pagato dal partito, che non è male.

La complessa questione della rappresentanza dovrà essere posta al centro del dibattito congressuale. Nell’era della “società liquida”, la possibilità di elaborare e sostenere proposte che rispondano alle reali esigenze di un territorio - senza scadere nella parcellizzazione del discorso amministrativo e nella carenza di prospettiva - passa dalla capacità di saper rappresentare la società a cui ci si rivolge in modo coerente e profondo. Risultano decisive in questo senso le modalità di relazione con la società stessa che il Partito saprà e vorrà darsi e la legittimazione di cui si riterrà investito, oltre che la valorizzazione di tutte le articolazioni che un’organizzazione politica può mettere in campo, dalla presenza territoriale, alla rappresentanza istituzionale, ai meccanismi di partecipazione.
Chi ci vota? Gran simpatici non siamo, la gente è opportunista e ci evita a meno che non gli si faccia riparare la buca nell'asfalto davanti casa o gli si raccomandi il bisnipote all'ufficio anagrafe. Te pensa se eravamo nella società solida, invece di quella liquida: ci tiravano i sanpietrini anzichè i gavettoni. Dobbiamo interagire di più con la società civile: e se si organizzassero degli aperitivi aperti al pubblico in piazza della Berlina a spese del Comune? Oppure si potrebbe creare la televisione del PDPisa, avrebbe senz'altro molto successo. La trasmissione "via Fratti" alla Radio, nonostante la presenza del nostro Segretario, non è mai andata oltre i 3 ascoltatori, di cui uno forse Sanavio. E poi occorre tornare sul territorio: mettiamo un capanno in golena o ci limitiamo a pescare i ragni al ponte della Cittadella?

La questione della leadership deve invece incontrare una consapevolezza unanime in un soggetto come il PD, che vuole proporsi come una guida per l’intera comunità nazionale e a maggior ragione per quella locale. La capacità di leadership presuppone infatti elaborazione comune, sintesi e coerenza nell’attuazione delle scelte. È per questo necessario che il Congresso si svolga all’interno di un quadro condiviso che identifichi le questioni di prospettiva essenziali a partire dalle quali svolgere la discussione.
Ohè, pochi scherzi: un solo candidato alla segreteria e basta. Ci manca anche la competizione dei candidati e delle idee. Poi chi vince pensa pure di avere vinto per meriti suoi, figurati un po'! E comunque le idee le produciamo noi, se no che cacchio si fa tutto il giorno? Ed al Congresso basta fare i crocchietti e le risatine. E sopratutto: silenzio durante l'intervento del Dell'Omodarme, che magari è un mese che se lo prepara, ci vuole rispetto. Ah, già, dimenticavamo: ogni intervento del Congresso dovrà cominciare con queste due affermazioni: “Sarò breve anche perché molte delle cose che volevo dire sono state già dette” e “Sono d’accordo con quasi tutti gli interventi che mi hanno preceduto”, pena l'esclusione dalle liste di attribuzione di ruoli nelle partecipate comunali.

martedì 24 agosto 2010

La Bozza Incorreggibile del PD Pisano - 1

E' stata da poco conclusa la stesura della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. Si tratta di un documento di straordinaria importanza per le sorti della nostra Città e del Progresso dell'Umanità, generato dopo molti mesi di appassionato dibattito e lavoro indefesso tra le menti migliori del Partito. Finalmente la linea dell'Avvenire è stata tracciata, con mano ferma e sicura, dai nostri Dirigenti.

Schiavitùdiseguale è venuta in possesso di una copia di siffatto meraviglioso documento, e la propone a tutti i lavoratori perchè capiscano lo sforzo immane che gli Eletti del Popolo hanno compiuto per amore della Società e del radioso Futuro.
Naturalmente, il Popolo non ha un livello culturale tale da permettere di comprendere appieno i delicati passaggi politici del documento; pertanto, Schiavitùdiseguale riporterà i brani del testo (in corsivo) accanto alla traduzione per le menti più semplici dei nostri Amati Cittadini (in neretto).
Pubblicheremo il documento in varie puntate: oggi tocca all'Introduzione. Il Radioso Sol dell'Avvenire è ormai vicino!

Verso il Congresso comunale del PD pisano
Si parte alla grande, tanto la gente si stanca di leggere presto

Il primo Congresso comunale del PD pisano offre all’intero corpo del partito l’opportunità di svolgere una profonda e compiuta riflessione sul proprio ruolo, sulla propria identità, sugli obiettivi prioritari della sua azione, sui rapporti con la comunità cittadina, sulle forme organizzative che dovrà darsi. Il Congresso potrà così essere un passaggio fondamentale, capace di produrre quello scatto in avanti necessario per fare del PD la forza centrale e unificante di cui la città ha bisogno per guardare con fiducia alla costruzione del suo futuro.
Se questo è il primo congresso del PD Pisano, rimane da capire chi aveva eletto Landucci un paio di anni fa. Ad ogni modo, tocca di fare la manfrina, poi decidere che il candidato che ci va bene a noi è un candidato unitario, e alé, avanti verso nuove avventure.

Pisa e la Toscana si trovano di fronte a nuove sfide.
La crisi materiale e morale da cui il Paese fatica ad uscire ha mostrato preoccupanti elementi di debolezza della società italiana, che si affiancano a problemi già conosciuti a cui le politiche delle destre non possono dare risposte positive e risolutive. I rischi di una stagnazione economica di durata non breve si sommano in questo modo a quelli di un impoverimento del benessere dei cittadini, di un progressivo invecchiamento della popolazione, di una repentina diminuzione della coesione sociale, di un irreversibile degrado di parti del territorio.
Pisa è in Toscana, ogni tanto giova ricordarlo, casomai qualcuno ci desse dei neoghibellini.
L’Italia è nella merda e va sempre peggio: soldi non ce n’è, s’invecchia, ognuno si fa gli affari suoi, si costruisce anche in golena. Ovviamente è tutta colpa di B., noi non ci si entra nulla.

L’era della globalizzazione impone di affrontare passaggi come quello presente con uno sguardo sistemico, unitario, lungimirante, capace di sottrarsi al rischio sempre più forte di scelte di corto respiro, dettate da reazioni localistiche o corporative, ispirate dall’attenzione al particulare più che da quella all’interesse generale di lunga durata. Per questo possiamo pensare di arrestare il declino solo con politiche forti nell’impianto strategico e condivise nella proposta sociale e culturale.
Siccome oggi si sa tutto di tutti, prendere le scorciatoie è sempre più difficile, perché c’è sempre uno che ti sputtana. Quindi vediamo di salvarci tutti meglio che si può. E' chiaro che gli interessi generali corrispondono a quelli dei Dirigenti del Partito; basta con questa anarchia in cui la gente non pensa più al nostro ruolo fondamentale.

Va in questo senso la proposta che la coalizione “Toscana Democratica” sotto la guida di Enrico Rossi ha saputo fare all’intera Regione. Il consenso ampio che abbiamo registrato non è solo il segno di un confermato apprezzamento per una capacità di buona amministrazione mai venuta meno, ma anche l’espressione della fiducia nel disegno strategico che il campo democratico ha saputo elaborare.
Noi s’era nella merda fino al collo. Meno male che Enrico è un fenomeno e ha preso un branco di voti. Per un po’ siamo a posto e si potrà ancora tappare qualche magagna sotto il suo ombrello. Ma occhio: alla fine se ne accorge e ci sbriciola. E poi scoccia un po' che la gente riconosca solo lui e non noi: qualche voto gli si è dato anche noialtri, ora si potrebbe battere un po' cassa.

La visione della Toscana come una metropoli europea che accetta le sfide del mercato globale candidandosi a ricoprire un ruolo adeguato alle sue potenzialità è una visione al passo con i tempi, che richiede ora di essere declinata con decisione e consequenzialità su ogni scala.
Tornando a Enrico, provare a scimmiottarlo a scala locale, oggi come oggi, è il meglio che sappiamo fare. Solo che c'è un problema: come si fa a prendere una decisione su qualsiasi cosa? Si potrebbe anche chiedere a lui, ma ce lo spiega? E poi, il mercato globale è un casino sistemarlo, in piazza delle Vettovaglie non ci sta e magari è pure pieno di ROM ladri.