E' stata da poco conclusa la stesura della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. Si tratta di un documento di straordinaria importanza per le sorti della nostra Città e del Progresso dell'Umanità, generato dopo molti mesi di appassionato dibattito e lavoro indefesso tra le menti migliori del Partito. Finalmente la linea dell'Avvenire è stata tracciata, con mano ferma e sicura, dai nostri Dirigenti.
Schiavitùdiseguale è venuta in possesso di una copia di siffatto meraviglioso documento, e la propone a tutti i lavoratori perchè capiscano lo sforzo immane che gli Eletti del Popolo hanno compiuto per amore della Società e del radioso Futuro.
Naturalmente, il Popolo non ha un livello culturale tale da permettere di comprendere appieno i delicati passaggi politici del documento; pertanto, Schiavitùdiseguale riporterà i brani del testo (in corsivo) accanto alla traduzione per le menti più semplici dei nostri Amati Cittadini (in neretto).
Pubblicheremo il documento in varie puntate: oggi tocca all'Introduzione. Il Radioso Sol dell'Avvenire è ormai vicino!
Verso il Congresso comunale del PD pisano
Si parte alla grande, tanto la gente si stanca di leggere presto
Il primo Congresso comunale del PD pisano offre all’intero corpo del partito l’opportunità di svolgere una profonda e compiuta riflessione sul proprio ruolo, sulla propria identità, sugli obiettivi prioritari della sua azione, sui rapporti con la comunità cittadina, sulle forme organizzative che dovrà darsi. Il Congresso potrà così essere un passaggio fondamentale, capace di produrre quello scatto in avanti necessario per fare del PD la forza centrale e unificante di cui la città ha bisogno per guardare con fiducia alla costruzione del suo futuro.
Se questo è il primo congresso del PD Pisano, rimane da capire chi aveva eletto Landucci un paio di anni fa. Ad ogni modo, tocca di fare la manfrina, poi decidere che il candidato che ci va bene a noi è un candidato unitario, e alé, avanti verso nuove avventure.
Pisa e la Toscana si trovano di fronte a nuove sfide.
La crisi materiale e morale da cui il Paese fatica ad uscire ha mostrato preoccupanti elementi di debolezza della società italiana, che si affiancano a problemi già conosciuti a cui le politiche delle destre non possono dare risposte positive e risolutive. I rischi di una stagnazione economica di durata non breve si sommano in questo modo a quelli di un impoverimento del benessere dei cittadini, di un progressivo invecchiamento della popolazione, di una repentina diminuzione della coesione sociale, di un irreversibile degrado di parti del territorio.
Pisa è in Toscana, ogni tanto giova ricordarlo, casomai qualcuno ci desse dei neoghibellini.
L’Italia è nella merda e va sempre peggio: soldi non ce n’è, s’invecchia, ognuno si fa gli affari suoi, si costruisce anche in golena. Ovviamente è tutta colpa di B., noi non ci si entra nulla.
L’era della globalizzazione impone di affrontare passaggi come quello presente con uno sguardo sistemico, unitario, lungimirante, capace di sottrarsi al rischio sempre più forte di scelte di corto respiro, dettate da reazioni localistiche o corporative, ispirate dall’attenzione al particulare più che da quella all’interesse generale di lunga durata. Per questo possiamo pensare di arrestare il declino solo con politiche forti nell’impianto strategico e condivise nella proposta sociale e culturale.
Siccome oggi si sa tutto di tutti, prendere le scorciatoie è sempre più difficile, perché c’è sempre uno che ti sputtana. Quindi vediamo di salvarci tutti meglio che si può. E' chiaro che gli interessi generali corrispondono a quelli dei Dirigenti del Partito; basta con questa anarchia in cui la gente non pensa più al nostro ruolo fondamentale.
Va in questo senso la proposta che la coalizione “Toscana Democratica” sotto la guida di Enrico Rossi ha saputo fare all’intera Regione. Il consenso ampio che abbiamo registrato non è solo il segno di un confermato apprezzamento per una capacità di buona amministrazione mai venuta meno, ma anche l’espressione della fiducia nel disegno strategico che il campo democratico ha saputo elaborare.
Noi s’era nella merda fino al collo. Meno male che Enrico è un fenomeno e ha preso un branco di voti. Per un po’ siamo a posto e si potrà ancora tappare qualche magagna sotto il suo ombrello. Ma occhio: alla fine se ne accorge e ci sbriciola. E poi scoccia un po' che la gente riconosca solo lui e non noi: qualche voto gli si è dato anche noialtri, ora si potrebbe battere un po' cassa.
La visione della Toscana come una metropoli europea che accetta le sfide del mercato globale candidandosi a ricoprire un ruolo adeguato alle sue potenzialità è una visione al passo con i tempi, che richiede ora di essere declinata con decisione e consequenzialità su ogni scala.
Tornando a Enrico, provare a scimmiottarlo a scala locale, oggi come oggi, è il meglio che sappiamo fare. Solo che c'è un problema: come si fa a prendere una decisione su qualsiasi cosa? Si potrebbe anche chiedere a lui, ma ce lo spiega? E poi, il mercato globale è un casino sistemarlo, in piazza delle Vettovaglie non ci sta e magari è pure pieno di ROM ladri.