Eccoci alla 3za puntata della nostra traduzione per il Popolo della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. In questa sezione si parla di Sviluppo e Crescita, chiaramente inevitabili dopo la prossima Vittoria del Partito e l'espulsione del nemico B. Al solito: in corsivo il testo prodotto dai Dirigenti, in grassetto la nostra traduzione per il Popolo. Buona lettura.
Le prospettive dello sviluppo
Ahi ahi ahi, ci siamo. E qui cosa si inventa?
È sicuramente centrale il tema della prospettiva economica.
L’attacco è sempre duro, come faremo a glissare sul fatto che Pisa è una città di vagabondi dove non lavora nessuno?
Pisa ha vissuto fin dagli anni settanta un precoce processo di deindustrializzazione, i cui effetti sono stati compensati grazie a scelte lungimiranti che hanno promosso lo sviluppo del settore terziario.
Si sa a Pisa, orti del CEP a parte, campi non ce n’è, e poi lavora la terra è faticoso. Delle industrie non ne parliamo anche trovando un imprenditore, chi ce li mette gli operai? Per fortuna il parastato è imperante e, alla meglio o alla peggio, i pisani la sbazzano, il giorno cazzeggiando su internet, e la sera con gli aperitivi alle Vettovaglie.
L’odierna “città dei grandi servizi” è stata colpita dalla crisi economica e finanziaria oggi in atto in modo probabilmente meno severo di altre aree proprio per la peculiare struttura del suo apparato produttivo, eredità di quella trasformazione.
E infatti anche se c’è la crisi, poco cambia per i mangiapane a ufo, perché tanto il 27 tutti i mesi arriva.
Nonostante l’impiego pubblico non sia più necessariamente impiego garantito (vista la mole di precari nella scuola, nella ricerca, nella sanità, negli enti locali) il suo peso nel tessuto economico ha mitigato l’erosione occupazionale che altri hanno conosciuto in modo anche molto intenso.
Oddio, a dirla tutta ci sarebbero anche i precari. Va beh, precari, in realtà ce ne sono di due tipi: quelli che lo prendono e lo prenderanno in saccoccia e quelli per cui prima o poi una bella sanatoria, ope-legis arriva. Se no si piazzeranno tra Pisamo, Geofor, AGES, CPT, Valdarno. Oh, ci si scorda nulla?
Questo non vuol dire, però, che il futuro economico di questo territorio sia al sicuro.
Comunque è fondamentale assicurarsi il periodo delle vacche grasse duri più a lungo possibile. Se si rimane in sella noialtri ci si dovrebbe fare, anche se la presa sul parastato non è più quella di una volta.
L’apparato dei grandi servizi è esposto innanzi tutto alle difficoltà indotte dai problemi della finanza pubblica. Basti pensare ad esempio ai rischi che, a causa della contrazione delle risorse data dal quadro internazionale e dalle scelte del governo, insidiano il sistema della formazione o quello sanitario.
Ora la DC ha governato cinquant’anni e ha scavato un debito pubblico da record, Tremonti e Berlusconi a Roma sperperano e ora vengono fuori che le buche si devono tappare noi? Sarebbe come mettere la faina a guardia del pollaio. Ora via, oramai il debito c’è, la crisi c’è, ma cosa pensano di risolvere a levare due maestre di sostegno o a farci levare il sangue con l’ago spuntato? Boia, non fosse che se non ci fosse Berlusconi nessuno ci voterebbe più, sarebbe quasi da chiedere di non votarlo per i danni al Paese che fa.