mercoledì 25 agosto 2010

La Bozza Incorreggibile del PD Pisano - 2

Eccoci alla 2da puntata della nostra traduzione per il Popolo della Piattaforma Programmatica per lo Svolgimento del Congresso Comunale del PD Pisano. In questa sezione si parla di Autorevolezza e Leadeship, due qualità che ogni Dirigente deve necessariamente possedere. Non manca un efficace commento alle relazioni con la cosiddetta Società Civile, ovvero il Popolo Lavoratore. Al solito: in corsivo il testo prodotto dai Dirigenti, in grassetto la nostra traduzione per il Popolo. Buona lettura.

Il ruolo del PD pisano: rappresentanza, leadership
(Come si fa a rimanere a galla senza essere picchiati dai cittadini)


Le scelte fatte negli ultimi anni ci consegnano una città che ha saputo anticipare le tendenze, dotandosi di un coerente apparato progettuale.

Pisa come centro di un’area di duecentomila abitanti, che si dota di un unico piano strategico con l’obiettivo di un efficace coordinamento delle politiche dei Comuni che ne fanno parte. L’area pisana come nodo centrale nell’area vasta della Toscana occidentale, pilastro a sua volta nell’architettura della metropoli toscana di tre milioni e mezzo di abitanti.

Al mutato paradigma delle relazioni territoriali si è affiancato il disegno di una città in trasformazione, in grado di inserirsi nel nuovo contesto come vitale motore di innovazione: una “città dei servizi” attrezzata per giocare il suo ruolo con un’intelligente distribuzione delle funzioni, liberare risorse e garantire qualità allo sviluppo.
Pisa sarebbe anche bella e importante nel contesto Toscano, ma così com'è non conta nulla. Chiaro, noi non s'ha colpe di niente, ci mancherebbe. Si potrebbe fondere Pisa con Cascina, Pontedera, San Giuliano e Vecchiano, ma poi riempiamo il consiglio comunale di geometri e si costruisce anche in golena; inoltre c'è il problema di Fiumi e Fossi: dobbiamo tenerne parecchi per parcheggiare un po' di gente. Questa cosa della metropoli non s’è capita, però si mette perché alza un po’ il tono. Quindi si potrebbe fare la città dei servizi, ma a cosa serve? Ecco cosa si fa: aumentiamo le multe per liberare risorse.

Resta ora il non banale compito di guidare il processo di attuazione di questo disegno, vigilando sulla tenuta dei suoi assunti fondamentali e intervenendo laddove questi mostrino segnali di cedimento. Per assolvere questa missione il Partito Democratico deve partire da una riflessione sulle dimensioni fondamentali del suo ruolo politico, quella della rappresentanza e quella della leadership.
Chi si piglia la responsabilità di gestire questo casino, reprimere ferocemente il dissenso, e scrivere tutti i giorni al Tirreno? Questa missione è impegnativa, ci sta che non ci sia più tempo prendere l'aperitivo tutte le sere e partecipare alle riunioni di corrente. Però la cena in rettorato a San Ranieri dovrebbe essere assicurata, si mangia discretamente (anche se sul vino si può migliorare). E poi c'è il telefonino pagato dal partito, che non è male.

La complessa questione della rappresentanza dovrà essere posta al centro del dibattito congressuale. Nell’era della “società liquida”, la possibilità di elaborare e sostenere proposte che rispondano alle reali esigenze di un territorio - senza scadere nella parcellizzazione del discorso amministrativo e nella carenza di prospettiva - passa dalla capacità di saper rappresentare la società a cui ci si rivolge in modo coerente e profondo. Risultano decisive in questo senso le modalità di relazione con la società stessa che il Partito saprà e vorrà darsi e la legittimazione di cui si riterrà investito, oltre che la valorizzazione di tutte le articolazioni che un’organizzazione politica può mettere in campo, dalla presenza territoriale, alla rappresentanza istituzionale, ai meccanismi di partecipazione.
Chi ci vota? Gran simpatici non siamo, la gente è opportunista e ci evita a meno che non gli si faccia riparare la buca nell'asfalto davanti casa o gli si raccomandi il bisnipote all'ufficio anagrafe. Te pensa se eravamo nella società solida, invece di quella liquida: ci tiravano i sanpietrini anzichè i gavettoni. Dobbiamo interagire di più con la società civile: e se si organizzassero degli aperitivi aperti al pubblico in piazza della Berlina a spese del Comune? Oppure si potrebbe creare la televisione del PDPisa, avrebbe senz'altro molto successo. La trasmissione "via Fratti" alla Radio, nonostante la presenza del nostro Segretario, non è mai andata oltre i 3 ascoltatori, di cui uno forse Sanavio. E poi occorre tornare sul territorio: mettiamo un capanno in golena o ci limitiamo a pescare i ragni al ponte della Cittadella?

La questione della leadership deve invece incontrare una consapevolezza unanime in un soggetto come il PD, che vuole proporsi come una guida per l’intera comunità nazionale e a maggior ragione per quella locale. La capacità di leadership presuppone infatti elaborazione comune, sintesi e coerenza nell’attuazione delle scelte. È per questo necessario che il Congresso si svolga all’interno di un quadro condiviso che identifichi le questioni di prospettiva essenziali a partire dalle quali svolgere la discussione.
Ohè, pochi scherzi: un solo candidato alla segreteria e basta. Ci manca anche la competizione dei candidati e delle idee. Poi chi vince pensa pure di avere vinto per meriti suoi, figurati un po'! E comunque le idee le produciamo noi, se no che cacchio si fa tutto il giorno? Ed al Congresso basta fare i crocchietti e le risatine. E sopratutto: silenzio durante l'intervento del Dell'Omodarme, che magari è un mese che se lo prepara, ci vuole rispetto. Ah, già, dimenticavamo: ogni intervento del Congresso dovrà cominciare con queste due affermazioni: “Sarò breve anche perché molte delle cose che volevo dire sono state già dette” e “Sono d’accordo con quasi tutti gli interventi che mi hanno preceduto”, pena l'esclusione dalle liste di attribuzione di ruoli nelle partecipate comunali.